L’uso istintivo della mano dove avvertiamo dolore
In Giappone la parola te-ate viene tutt’oggi utilizzata in medicina col significato di “cura/curare”. La rilevanza di questo termine è testimoniata dai nostri gesti quotidiani ed istintivi. Nonostante l’attuale allontanamento della terapia manuale, infatti, ci viene spontaneo mettere la mano dove avvertiamo dolore. Fin dall’antichità, l’uomo ha saputo cogliere istintivamente l’importanza delle mani per curarsi.
La società cambia, ma il corpo umano non muta altrettanto velocemente, perciò non vi è necessità di continue variazioni degli approcci curativi. Di recente, la tendenza alla manualità (e i prodotti fatti a mano), che si percepisce anche in campo medico, sta iniziando ad assumere nuovamente importanza e a diffondersi in tutto il mondo.
La mano differenzia l’uomo dagli altri animali: “dare una mano” significa che le persone si aiutano collaborando, e dare una mano ad una persona sofferente è il principio della medicina.
Uno psicologo americano dichiarò che, oggigiorno, dato che i rapporti umani stanno scomparendo, per cercare l’altro è necessario il contatto fisico. In una società come la nostra, in cui la solitudine affligge molta gente, questa affermazione sottolinea il bisogno di stringere la mano per riconquistare, abbracciare e liberare dalle sofferenze le persone ed il loro cuore. “Toccare” il cuore della gente significa dare una mano, tramite un vero contatto, e curare, comprendendo realmente di cosa ha bisogno. Ciò potrebbe spiegare anche perché la parola te-ate è sopravvissuta nella medicina odierna, sebbene questa abbia totalmente dimenticato l’uso delle mani.
Naturalmente, l’uso terapeutico delle mani non avviene solo nello shiatsu: ricordiamo l’anma, il massaggio, la kiroterapia, l’osteopatia e la fisioterapia (queste ultime tre sono terapie manuali moderne). Noi tutti dovremmo essere consapevoli della forza curativa delle mani e credere al potenziale dentro di noi.