La dicotomia dei due poli
La vita va in due punti (o direzioni): verso l’esterno, dividendosi e disperdendosi, e verso il nostro interno, unificandosi e rigenerandosi. Perciò il corpo assume diverse forme, combinandosi ed evolvendo e, quindi, aumentando la sua complessità. Ma, allo stesso momento, tutte queste diversità si unificano sotto il principio comune di vivere mantenendo l’essenza originale. Si torna poi al punto di partenza della vita, cioè la morte, per produrre una nuova vita, ripetendo sempre il ciclo dell’unificazione e del ritorno all’origine.
Due punti tra scienza, filosofia e medicina orientale ed occidentale
La scienza sviluppa lo studio del corpo umano considerandolo separato e ripartito, mentre la filosofia sviluppa lo studio della vita considerandola un tutt’uno, facente parte di un ciclo e contrapposta alla morte. Per quanto riguarda la medicina, mentre quella occidentale è ontologicamente legata alla scienza, quella orientale si può dire che le sia opposta, in quanto legata alla filosofia.
Quindi, la medicina occidentale è adatta a studiare lo stadio in cui il corpo umano è suddiviso, mentre quella orientale è adatta a recuperare le funzioni che esso svolgeva prima di essere colpito da una malattia (che può essere lo stadio precedente alla morte), riunificandolo.
È possibile dimostrare questo concetto con un esperimento fisico. Esso consiste nel provare la tecnica dei due punti sull’avambraccio, esperienza particolare che il Maestro Masunaga scoprì durante le sue lezioni di shiatsu, e che può portare chiunque a confrontarsi facilmente col tema della bilateralità della vita.
I due punti e il flusso
Se si stimolano contemporaneamente due punti distanti tra loro 5 cm, si percepiscono chiaramente i due estremi ma, se la distanza diminuisce, per il ricevente diventa impossibile distinguerli. Bisognerebbe afferrare l’avambraccio della persona e stimolare i punti con entrambi i pollici, che naturalmente premono sul medesimo meridiano.
Se il ricevente non tiene gli occhi chiusi o non si gira dall’altra parte, questo esperimento riguarderà solo la sensibilità al tatto. Bisognerebbe, inoltre, che l’operatore shiatsu fosse completamente rilassato e non si concentrasse su quel punto. Infatti, quando l’operatore è teso, se i due punti sono distanti più di 5 cm, il ricevente percepisce distintamente la pressione dei due pollici.
Ora, provate ad esercitare la stessa forza con i pollici e con tutto il corpo, con la giusta pressione portata con il corpo, ponendo cioè il bacino come baricentro, mantenendo la stessa distanza e utilizzando la stessa quantità di forza. Se prima si avvertiva la stimolazione in due punti diversi, ora la si proverà in un unico punto esteso.
L’effetto provocato nel meridiano sta proprio in una specie di flusso che collega i due punti, facendo percepire così l’unicità dell’energia vitale e una sensazione primitiva di “ritorno alle origini”. Se, però, il ricevente sente ancora la pressione in due punti distinti, vuol dire che non si sta rilassando e che l’operatore non sta premendo nel modo giusto. Quando, invece, si instaura un clima di reciproca dipendenza, l’operatore diventerà un tutt’uno con il ricevente, e il flusso del meridiano verrà percepito come la fonte della vita.