La parte e l’intero
Nella medicina occidentale, l’anatomia si è notevolmente sviluppata, basandosi sul metodo tipico delle scienze naturali consistente nel suddividere il corpo in varie parti e poi studiarle a fondo. Di conseguenza, anche i trattamenti terapeutici sono diventati molto specifici in base all’organo o alla sua funzione, e vengono svolti da medici esperti in quell’ambito. Gli ospedali sono dunque suddivisi in reparti specialistici quali pediatria, ginecologia, oftalmologia e altri. Alcuni di essi raggruppano due o tre diverse tipologie, ma un singolo reparto non è in grado di occuparsi di tutte le patologie.
Anche il paziente si sente più al sicuro e fiducioso nell’essere esaminato, seguito e curato da una persona con una conoscenza ed una tecnica molto approfondita in un’area specifica. È per questo che, quando ci si ammala, si cerca subito un medico specializzato; ma è facile capire subito che tipo di dolore cercare? Magari, si pensa che in un grande ospedale sia più semplice, ma non vi sono appositi sportelli che diano informazioni a riguardo. Certo, vi potranno indicare dove, all’interno dell’ospedale, si trova il dottore che si occupa di un determinato problema, ma nessuno vi potrà consigliare il tipo di medico di cui avete realmente bisogno. Il paziente, che normalmente non è un esperto di medicina, è costretto a decidere da sé da quale dottore farsi visitare, per poi comprendere, solo dopo la visita, se la scelta era corretta o meno; a volte succede che un dottore, dopo aver tentato una cura rivelatasi inefficace, vi mandi da un altro. Inoltre, alcuni casi necessitano di essere seguiti da diversi tipi di specialisti in contemporanea. Altre volte può capitare che, appena guariti da una patologia, ci si ammali di nuovo e di nuovo ancora, dovendo cambiare costantemente medico. Oppure, magari il dottore di medicina interna vi dirà che per guarire basta un farmaco, mentre il chirurgo sosterrà che dovete operarvi.
A che prezzo?
È chiaro che il nostro corpo è composto da varie parti. Certamente, ci saranno volte in cui sarà facile individuare la causa di un malessere, ma frequentemente capita anche di non sapere da dove esso provenga. Mi è anche successo di sentire di una persona raffreddata che si fece prescrivere farmaci per il raffreddore, per poi avere problemi allo stoaco e, di conseguenza, assumere appositi medicinali che, però, le causeranno emicrania e insonnia, portandola poi all’assunzione di psicofarmaci a causa dei quali le diventò impossibile lavorare. Ultimamente, si ha la tendenza a prescrivere una quantità spaventosa di medicinali anche per prevenire una serie di ulteriori ed eventuali disturbi. Questo fenomeno è un problema della società moderna. Ma i medici sono in grado, veramente, di sapere cosa succede ad uno che assume contemporaneamente tutti i medicinali prescritti? Ho anche sentito di persone che hanno assunto chinoformio (un antibatterico) per combatterela dissenteria e che si sono ammalate di neuropatia mielo-ottica subacuta, altre che hanno fatto ricorso alle radiazioni per il piede d’atleta e hanno contratto un cancro alla pelle nella zona irradiata; donne che in gravidanza hanno assunto la talidomite per melesseri mattutini (nausee) per poi concepire neonati deformi. o bambini che, in seguito ad un’iniezione di un vaccino, hanno sofferto di malattia ai muscoli delle gambe. Insomma, i casi di dannosi effetti collaterali delle terapie farmacologiche/mediche sono in aumento.