Proprio come nella tecnica della pressione, anche in quella del movimento delle articolazioni vi sono 3 principi da rispettare. Se l’operatore shiatsu esegue il trattamento avendoli compresi, non si commetteranno errori e i risultati saranno apprezzabili. Vediamo in dettaglio, dunque, quali sono i 3 principi del movimento delle articolazioni.
1 – Stabilizzazione delle zone interessate
Preparate i muscoli e i tendini interessati al trattamento, stimolandoli con lo shiatsu o un massaggio leggero. Verificatene con precisione lo stato e notate anomalie o distorsioni dei legamenti e dei muscoli. Se, tramite l’atto pressorio, il paziente si accorge del proprio disagio, dopo il movimento delle articolazioni egli noterà più facilmente il migliormento. Costatare l’effetto del trattamento comporterà anche un vantaggio a livello psicologico, dal momento che il ricevente, poi, potrà notare la scomparsa dei sintomi. L’esame delle zone interessate non deve fermarsi a livello fiiologico di muscoli e tendini. Bisogna tenere presente anche i meridiani, che vanno studiati approfonditamente e che contribuiscono all’efficacia del trattamento. I principianti non devono preoccuparsene troppo, dal momento che nella spiegazione delle sequenze con immagini sono già incluse istruzioni a riguardo. In ogni caso, più si comprendono i meridiani, più è piacevole studiarli, perché si diventa capaci di eseguire terapie mirate.
2 – Stabilizzazione del fulcro del movimento
Se il fulcro del movimento delle articolazioni non è tenuto ben saldo, non solo gli effetti del trattamento si dimezzano, ma diventa inevitabile usare molta più forza di quanto serva. Ciò che conta non è la mano in movimento, che rappresenta lo yang, bensì quella che la sorregge, yin. I principi fondamentali di yin e yang sono particolarmente importanti in questa tecnica del movimento delle articolazioni. Nell’antico manuale dell’arte del tè, è scritto: “Quando si usa la mano destra, bisogna pensare che il proprio cuore è a sinistra”. Probabilmente, ciò indica l’importanza dell’equilibrio nella postura e dell’armonia nella manipolazione, ma suggerisce anche delle considerazioni riguardo al metodo yin-yang. Se la mano yin è ben salda, sarà più facile eseguire il punto 3 e verificare se vi sia uno sforzo eccessivo in quella mano o se il riequilibrio sia stato svolto correttamente.
3 – La pressione applicata al limite della capacità di movimento
Finché il paziente è in grado di muovere una determinata parte, bisogna solo guidarlo, seguendo il suo movimento. Quando giunge al limite, si verifica la resistenza dell’articolazione e si esegue simultaneamente una pressione sia sul fulcro del movimento che sulla parte che viene guidata, per portare l’articolazione al limite della sua capacità di movimento. Ovviamente, se vi è qualche anomalia sarà difficile arrivare al limite fiiologico, perciò sarà sufficiente effettuare una piccola pressione quando il paziente giunge al massimo della sua mobilità. A quel punto, il ricevente non potrà opporre volontariamente resistenza. Bisognerà praticare una pressione mantenuta costante in modo da aiutare la distensione del muscolo e del tendine, senza però provocare dolore. Quando l’articolazione tornerà nella posizione iniziale, il metabolismo del ricevente sarà stato sufficientemente stimolato da consentire alla disarmonia di trasformarsi in armonia.